Ventimiglia: arrivano le rassicurazioni della regione, i tunisini sospendono lo sciopero della fame

Da oggi, dopo sei giorni, può considerarsi concluso lo sciopero della fame dei tunisini, presso la stazione ferroviaria di Ventimiglia, forma di protesta contro le politiche restrittive della Francia e non solo. Stamane alla presenza di alcune autorità politiche della regione Liguria, sponda sinistra, come gli assessori Vesco e Briano, i consiglieri Manti del PD e Rossi di SeL, il segretario regionale del PD Lorenzo Basso, oltre al consigliere provinciale dell’Idv Martini, sono intervenuti ad un’improvvisata conferenza stampa nello spazio dell’ex dogana francese, per fare il punto della situazione.

Giuseppe Famà del coordinamento antirazzista imperiese si è fatto portavoce delle istanze degli immigrati ai rappresentanti della regione giunti a Ventimiglia, chiedendo loro tutele per i tunisini presenti nella città di confine, oltre all’opzione del ritorno in patria, visto che il ministro del lavoro tunisino ha lanciato un appello sul bisogno di manodopera. “Burlando ci ha detto che la regione si impegnerà – ha affermato Famà – e quindi viene dato un segno di speranza per la risoluzione di questi problemi, una notizia che fa terminare lo sciopero della fame”.

L’assessore Enrico Vesco ha dichiarato: “l’obiettivo di oggi è quello di raccogliere l’appello dell’ARCI e rafforza la nostra posizione al vostro fianco. Lo sciopero della fame ci ha preoccupato molto, visto ciò che avete passato, per arrivare fin qui. E’ da un mese che seguiamo questa vicenda e la solidarietà deve dare dei risultati concreti; le associazioni sono un patrimonio che ha fatto la differenza, oltre a sopperire l’assenza del governo”. Prosegue l’assessore: “Noi siamo qui per ascoltare le vostre necessità. Ci troviamo di fronte ad un blocco delle autorità francesi e col governo italiano che avrebbe potuto fare di più. Tenervi ostaggi qui non ha senso, creiamo le condizioni per dare una risposta forte all’immobilismo, piuttosto e lo dico in senso provocatorio, organizziamo manifestazioni politicamente rilevanti, per porre l’attenzione sul problema, creiamo un caso politico nazionale e non solo”.

E ha concluso: “la regione ha attivato un piano di accoglienza, con l’aiuto della protezione civile, quindi se qualcuno di voi vuole fermarsi qui, siamo in grado di darvi una prospettiva di permanenza dignitosa per un periodo massimo di sei mesi”.