1848 – 1921 Dalle prime società di mutuo soccorso al fascismo
Nella seconda metà dell’800, con l’avvento dell’industrializzazione e la formazione dello stato unitario, si sviluppano le prime Società di mutuo soccorso e le Società operaie di mutuo soccorso, che si occupano di assistenza e mutualità, diventando punto di riferimento per la nascente classe operaia. Da questo humus nascerà a Milano, per iniziativa delle S.O.M.S., la prima Camera del Lavoro. Influenzate da ideali mazziniani, anarchici e socialisti, le S.M.S. perdono rapidamente la apoliticità delle origini. Alcune continuano a occuparsi esclusivamente di assistenza e mutuo soccorso, mentre altre si impegnano attivamente per i diritti dei lavoratori. Le S.M.S. diventano luoghi di ritrovo, di cultura, di istruzione – grazie alle campagne di alfabetizzazione degli operai –, di formazione politica. Nei primi vent’anni del ‘900 questo movimento associativo cresce e si diversifica, con la costituzione di circoli ricreativi, culturali e sportivi. Nascono, in particolare in Toscana, le prime Case del Popolo, luoghi non solo di organizzazione politica, ma anche di ricreazione nelle ore libere dal lavoro. Negli anni della Grande Guerra, i circoli culturali, le Case del Popolo e le S.M.S. organizzano aiuti per i cittadini, i soldati e le loro famiglie.
1922 – 1944 Il periodo fascista
Con l’avvento del fascismo le libere organizzazioni dei lavoratori vengono represse, le sedi requisite e trasformate in ‘Case del fascio’. Nel 1924 le S.M.S. e le altre associazioni vengono sciolte per decreto. Ogni resistenza a queste decisioni viene stroncata con le Leggi Speciali del ’26 e la costituzione dell’Opera Nazionale Dopolavoro, in cui avrebbe dovuto confluire ogni soggetto associativo.
1945 – 1956 Dalla liberazione dal nazifascismo alla nascita dell’Arci
Con la Liberazione, i cittadini possono tornare ad autorganizzarsi in associazioni con varie finalità. Vengono valorizzate le esperienze precedenti. Si procede, grazie al lavoro volontario e alle sottoscrizioni, alla ristrutturazione degli immobili sequestrati o danneggiati. Si sottovaluta però il problema della regolarizzazione della proprietà e questo consentirà al Governo di reclamarne la restituzione o il pagamento di affitti esorbitanti. Solo pochi circoli riescono a conservare la sede. Intanto l’Opera Nazionale Dopolavoro viene trasformata in Ente Nazionale Assistenza Lavoratori (ENAL) e la direzione affidata a un commissario di nomina governativa mentre il CONI passa dalla direzione del Partito fascista a quella del Consiglio dei ministri. Con la rottura dell’unità antifascista e le elezioni del 18 aprile del ’48, molte organizzazioni fino ad allora gestite unitariamente si dividono. Prima i cattolici, poi i repubblicani costituiscono proprie organizzazioni del tempo libero: nascono le ACLI, l’ENDAS, la GIAC, alle quali vengono riconosciuti tutti i benefici di legge e concessa l’utilizzazione di strutture appartenenti all’ENAL e al Commissariato della gioventù. Nel 1955 il Ministro Scelba firma il nuovo statuto dell’ENAL, che non accoglie nessuna istanza di democratizzazione. Matura così l’idea di dar vita a un’organizzazione nazionale di tutti i circoli, Case del Popolo, S.M.S. che si riconoscono nei valori democratici e antifascisti. In alcune province si formano alleanze tra i circoli e nel 1956 si costituiscono in ‘Alleanza per la ricreazione popolare’. Un comitato nazionale – promosso in particolare dai circoli di Bologna, Firenze, Novara, Pisa e Torino – indice nel capoluogo toscano il convegno “Per una convenzione nazionale della ricreazione“. Il ‘Comitato d’iniziativa’ presenta un documento che indica la necessità di un’organizzazione nazionale unitaria e democratica per la ricreazione dei lavoratori. La convenzione nazionale approva lo Statuto della costituenda Associazione Ricreativa Culturale Italiana (Arci) ed elegge un Consiglio direttivo di 35 membri che rimarrà in carica fino alla convocazione del congresso nazionale. La ‘Convenzione’ è, nei fatti, il primo congresso nazionale dell’ARCI.
1957 – 1960 La nascita dell’arci e l’attività di difesa del movimento circolistico
La decisione di costituire un’organizzazione unitaria in campo culturale e ricreativo è legata anche all’attenzione che si comincia a prestare all’impiego del tempo libero, che assume dignità di diritto. Negli anni ’50, l’attività delle Case del Popolo era stata per lo più caratterizzata dall’impegno partitico-sindacale e da iniziative promosse da ‘comitati per divertimenti’. Il tentativo di arricchire la capacità di iniziativa culturale dell’Arci inizia con la preparazione, insieme alla Società Umanitaria di Milano, di un convegno sul tempo libero, a cui partecipano – ed è la prima occasione di interlocuzione – anche le Acli. 1961 – 1967 Da movimento di difesa a organizzazione culturale Inizia il periodo del cosiddetto ‘miracolo economico’. In Italia si determinano grossi cambiamenti legati allo sviluppo produttivo e del terziario, all’aumento dei consumi, alle trasformazioni tecnologiche, alle conquiste nel mondo del lavoro come la riduzione d’orario a 40 ore. I Circoli e le Case del Popolo intercettano questi mutamenti. L’Arci si apre ai giovani: nascono le commissioni giovanili e i primi circoli giovanili autonomi. Si aprono nuove sedi e comincia un efficace lavoro culturale. Si avvia un percorso di elaborazione e iniziative per contribuire al superamento della separazione fra ‘la cultura dei semplici’ e ‘la cultura degli intellettuali’. Viene promossa la riflessione sulla definizione di tempo libero’ come ‘tempo liberato dal lavoro’, confrontandosi con gli approfondimenti teorici dell’epoca. Nel 1961 viene costituita ARTA (Associazione dei radioteleabbonati) per una riforma della Rai (allora sotto diretto controllo del governo). L’Associazione crea centri d’ascolto e istituisce un premio per le migliori produzioni televisive. La prima rilevazione sui tempi di occupazione del telegiornale da parte dei partiti di governo e lo studio semiologico dei messaggi effettuato da Umberto Eco viene realizzato dal SAP, gruppo di ascolto ARCI di Bologna. Nel 1966, il IV Congresso stabilisce che l’Arci può promuovere associazioni in specifici settori culturali. Nel 1967 viene costituita l’Ucca, comincia il lavoro di costruzione di Arci Sport che porterà alla nascita di Arci Caccia e di Arci Pesca. Nello stesso anno giunge il riconoscimento ministeriale. Intanto si discute dell’organizzazione di una struttura di servizio per gruppi teatrali di base. A Prato viene organizzato un convegno cui parteciperà anche Dario Fo.
1968 – 1971 I circuiti alternativi e l’espansione dell’Associazione
L’Arci affronta il biennio ´68 -´69 forte di una elaborazione che la rende sensibile alle tematiche che il movimento giovanile, poi operaio, portano avanti. Per certi versi anticipa la critica alla ‘cultura elitaria borghese’ cui contrappone la crescita culturale di massa. Il giudizio dell’Arci verso il mercato e l’industria culturale di quegli anni è fortemente critico. Nasce in questo clima e da rapporti come quello con Dario Fo, l’esperienza del circuito teatrale alternativo e la stagione dei cineforum. Soprattutto in alcune zone, per contribuire a rendere effettivo il diritto allo studio, si sviluppano interessanti esperienze di doposcuola e altre attività specifiche per ragazzi.
1972 – 1978 I movimenti studenteschi e dei lavoratori.
La programmazione culturale sul territorio Nel 1971 aderiscono all’Arci 3300 circoli e Case del Popolo. I soci sono quasi 600.000. L’associazione è impegnata in grandi campagne di impegno civile e di solidarietà, come quelle contro il golpe in Cile o per sostenere la battaglia referendaria a favore della legge sul divorzio. Nel frattempo, viene abolita l’Enal mentre si consolida il rapporto con Acli ed Endas. Insieme daranno vita a esperienze significative. Nel 1973 Arci e Uisp si unificano. Prosegue l’impegno per la democratizzazione della cultura, proponendo, tra l’altro, che gli enti locali si impegnino nella programmazione culturale sul territorio. Nel 1972 nasce il circuito democratico del cinema con la cooperativa Nuova Comunicazione.
1979 – 1983 Il ruolo dell ’associazionismo nella seconda fase della storia repubblicana
Nella prima metà degli anni ´80 l’Arci promuove nuovi soggetti associativi, alcuni dei quali, oggi autonomi, esistono ancora. Altre esperienze riconfluiranno invece dentro l’associazione. Nascono Legambiente, la LEID (Lega emittenza democratica), Arci Kids, Arci gay, Arci donna, Arci ragazzi, Arci gola, Arci media. L’attività è molto intensa: dall’organizzazione dei concerti di Patti Smith e Lou Reed alla mobilitazione a
favore delle popolazioni colpite dal terremoto
in Irpinia, dall’impegno pacifista alla I Biennale dei giovani artisti di Barcellona.
1984 – 1995 La fine dell ’esperienza confederale, il ritorno alla centralità dei circoli e il progetto della nuova Arci
Nell´86 l’associazione cambia ancora modello organizzativo, trasformandosi in confederazione di associazioni autonome. Nel 1987 nasce Arci Nova, che raccoglie l’eredità della vecchia Arci nel rapporto con i circoli e nell’impegno sul terreno culturale. All’inizio degli anni ´90, con le grandi modificazioni dello scenario nazionale e internazionale, il contesto politico muta profondamente. Si allarga nel periodo di tangentopoli la distanza fra cittadini, politica ed istituzioni. Questo vuoto di rappresentanza e di relazioni è spesso colmato proprio dal ruolo svolto da associazioni e movimenti. La Confederazione Arci e Arcinova reagiscono alle sfide poste dai grandi cambiamenti in atto con una comune volontà di rinnovamento che parte anzitutto dal recupero dei valori originari: la solidarietà, la mutualità, la promozione e la sperimentazione culturale, la partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica. Un processo che si fonda sul pieno recupero delle funzioni storiche di circoli e case del popolo, strutture portanti del sistema Arci. Si sperimentano nuovi settori di attività nel campo dell’impegno sociale, della cooperazione e delle relazioni internazionali, delle iniziative di lotta all’esclusione sociale e al razzismo. Nel 1994 inizia il percorso che porta alla costituzione di ‘Arci Nuova Associazione’, soggetto in cui confluiscono Arcinova e molte delle esperienze nate nell’ambito della Confederazione. Altre realtà legate all’Arci come la Uisp, Legambiente, Arci Gay, Arci Ragazzi e Movimento Consumatori stringono con la nuova associazione un patto federativo.
1996 – 2010 L’opposizione al berlusconismo, la stagione dei movimenti, il nuovo protagonismo politico dell’Arci
Nel 1994 diventa presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con una forte affermazione elettorale di Forza Italia, movimento politico nato come risposta neoconservatrice alla crisi del sistema democristiano, attorno al quale si consolida un nuovo asse di centro-destra che imprime una svolta iperliberista in campo economico. È l’inizio del ‘berlusconismo’, con l’affermarsi di un modello di società fondato sull’ individualismo, l’abbassamento dei diritti e delle tutele sociali. Sono tendenze che segneranno a fondo la nostra società, nonostante la parentesi, dal ’96, dei cinque anni di governo Prodi. Sono anche gli anni della guerra della NATO contro la Serbia. L’Arci si schiera decisamente contro la scelta del governo di centro sinistra di partecipare alla missione e promuove iniziative di solidarietà nei paesi dell’ex-Jugoslavia. Nel 1997, all’XI congresso nazionale, viene eletto presidente Tom Benettollo, che contribuirà al rilancio progettuale e politico dell’associazione. Nella seconda metà degli anni ’90, l’Arci è fra i fondatori del Forum Nazionale del Terzo Settore, di Banca Popolare Etica, di Libera e di TransFair. Sempre in questo periodo l’Arci consolida il suo impegno per la pace e il disarmo e molte delle sue tradizionali cam pagne in campo sociale e culturale.
Dopo Seattle (settembre 1999), il movimento di critica alla globalizzazione neoliberista si espande in tutto il mondo.
L’Arci sceglie di esserne parte attiva, e partecipa al primo Forum Sociale Mondiale. Nel luglio del 2001 è tra i promotori delle iniziative organizzate a Genova in occasione del G8. Nel capoluogo ligure confluiscono centinaia di migliaia di persone, soprattutto giovani, da tutto il mondo. La repressione delle forze dell’ordine contro i manifestanti è violentissima. L’11 settembre dello stesso anno c’è l’attentato alle Torri Gemelle di New York e gli Usa attaccano l’Afghanistan in nome della guerra globale al terrorismo. Il 14 ottobre si svolge una delle più grandi marce della Pace Perugia- Assisi con una foltissima partecipazione dell’Arci. Il 23 marzo 2002 partecipa alla enorme manifestazione della CGIL contro l’attacco del governo all’articolo 18 delle Statuto dei lavoratori. Intanto svolge un ruolo determinante nella preparazione del primo Forum Sociale Europeo che si tiene a Firenze in novembre e che registra un successo straordinario di partecipazione e di consensi. Pochi mesi dopo, il 15 febbraio del 2003, contro la minaccia di una nuova guerra Usa all’Iraq, 110 milioni di persone si mobilitano in tutto il mondo. La manifestazione più imponente si tiene a Roma, promossa dal comitato unitario Fermiamo la Guerra, di cui l’Arci fa parte. La mobilitazione continuerà anche nei mesi successivi, per chiedere la fine della guerra e dell’occupazione militare dell’Iraq. In questi anni l’Arci si caratterizza come un enorme laboratorio sociale, politico e culturale. Migliaia di eventi coinvolgono le sue strutture territoriali e mostrano un’associazione vitale, che si misura con i grandi temi della pace, della giustizia, dei diritti, dell’equità sociale, di un diverso modello di sviluppo. Nel 2004 muore improvvisamente Tom Benettollo.
È un colpo durissimo per l’associazione, che però reagisce con maturità e grande unità, riprendendo il cammino tracciato da Tom. Nel congresso straordinario che si tiene a Roma, viene nominato presidente Paolo Beni. Nei mesi Campagna istituzionale Arci 2012; Art Direction: Avenida – 2011 la storia dell’arci seguenti viene dedicato grande impegno alla costruzione di coordinamenti nazionali per aree di lavoro, per potenziare il coinvolgimento delle strutture territoriali nell’elaborazione politica e programmatica. Fra il 2004 e il 2005 si tengono importanti approfondimenti seminariali sui temi delle attività internazionali, della cultura, del welfare, degli strumenti organizzativi. Cresce il suo impegno nei settori dell’altraeconomia, della finanza etica, dell’ambiente, della lotta alle mafie, insieme all’intensificarsi del lavoro sul terreno della cittadinanza, dell’equità sociale, dei diritti dei migranti, della lotta al precariato, della difesa della scuola pubblica. Nel febbraio del 2006 a Cervia si tiene il congresso nazionale, dopo una campagna congressuale molto partecipata.
In un clima fortemente unitario, il congresso affida la presidenza a Paolo Beni. L’associazione rilancia con forza il suo progetto e decide di tornare a chiamarsi semplicemente Arci, come nel 1957. Il miglior segnale di vitalità per un’associazione antica e capace di grande modernità, che a cinquant’anni dalla sua fondazione continua a rivestire un ruolo fondamentale nella società italiana. Il successivo congresso nazionale, che conferma Paolo Beni alla presidenza, si svolge a Chianciano nella primavera del 2010. La crisi economica e finanziaria globale iniziata nel 2008 sta producendo anche in Italia effetti pesanti. Crescono il disagio sociale, la disoccupazione, la condizione di insicurezza e precarietà di fette sempre più ampie della popolazione. Al tempo stesso le scelte del governo Berlusconi stanno trascinando la società italiana in una profonda regressione culturale e morale, è sempre più evidente la crisi dell’etica pubblica e della democrazia. In questa situazione l’Arci rilancia con forza il suo progetto associativo proponendosi come motore, nei suoi circoli e nelle comunità locali, di un capillare lavoro di animazione sociale e di ricostruzione culturale, necessario al Paese per uscire dalla crisi.