Pubblichiamo questo articolo di Walter Massa, responsabile Arci Immigrazione e Asilo, tratto da Arcireport

Ci troviamo nuovamente in uno di quei periodi bui contrassegnati da una progressiva e sempre più feroce escalation di odio e di paura, alimentata ad arte per ottenere consensi.

L’accoglienza, i migranti, la fuga dalle guerre e dalle dittature, i rom, gli argomenti perfetti per una campagna elettorale perenne su cui hanno costruito le loro fortune le forze politiche più regressive del Paese. Con la complicità di tutte le altre, incapaci di indicare soluzioni e di costruire politiche utili, autenticamente riformiste – nel vero senso del termine.

Non possiamo più sbagliare nel decifrare questa campagna d’odio e di autentico razzismo come una forma di ignoranza o barbarie. Ci troviamo di fronte ad una cultura vera e propria che va contrastata, con durezza e se serve con asprezza. È il tempo di costruire una vera ed efficace resistenza civile, poiché i rischi che corre la nostra democrazia sono decisamente alti.

In tutto questo, il dramma di migliaia e migliaia di donne, uomini e bambini lasciati alla mercé dell’inadeguatezza (e della furbizia) italiana, rappresentata da un Governo e da un sistema d’accoglienza che fa acqua da tutte le parti.

Le scene degli accampamenti viste alle stazioni di Roma e di Milano, le proteste al confine di Ventimiglia dove addirittura stiamo assistendo alla chiusura delle frontiere – con la sospensione dell’accordo di Schengen – per evitare che chi arriva in Italia possa passare le frontiere interne e aggirare il regolamento Dublino sono lì a dimostrare due cose: la non volontà di trovare soluzioni e/o l’incapacità complessiva di un Paese di fronte alle proprie responsabilità. Far bivaccare come bestie uomini, donne e bambine colpevoli solo di volersi costruire un futuro migliore è il paradigma più evidente di questa situazione.

Siamo minoranza e siamo troppo silenziosi di fronte a questo violento attacco ai principi della democrazia e della civiltà e non bastano decine e decine di famiglie di Ventimiglia, come di Roma e Milano che ogni giorno arrivano con i sacchetti della spesa appena fatta per queste centinaia di persone in fuga.

Siamo prigionieri di una retorica dell’invasione e della ‘straordinaria emergenza’, mentre i numeri spiegano chiaramente quanto, invece, questa retorica sia strumentale e inaccettabile.

Noi dell’Arci dobbiamo/possiamo giocare un ruolo centrale di advocacy, con grande coraggio e con lungimiranza, contrastando le pulsioni dei predicatori d’odio, consapevoli e inconsapevoli in una direzione contraria e ostinata come ci avrebbe suggerito il nostro Don Andrea Gallo.

Anche per questo abbiamo ripreso l’iniziativa politica con decisione; per questo saremo in piazza sabato 20 giugno a Roma e per questo abbiamo lanciato una Summer School sull’antirazzismo al prossimo Meeting Antirazzista per ridefinire una strategia della nostra associazione e per individuare nuovi e più efficaci strumenti di contrasto a questa ondata razzista. Siamo convinti sia quello che serve oggi alla nostra sempre più debole democrazia.