L’Arci, che da sempre si batte per vedere pienamente affermato il diritto alla libertà di informare ed essere informati, è tra i promotori – insieme a molte altre organizzazioni e a centinaia di operatori del settore – dell’appello lanciato da Stefano Rodotà, Marino Bisso, Arturo Di Corinto e Giovanni Maria Riccio contro ogni legge bavaglio, in particolare contro la delega al governo in materia di intercettazioni.
Consideriamo infatti particolarmente grave e pericoloso sottrarre al dibattito parlamentare un tema così delicato, che riguarda il diritto dei cittadini ad essere informati su questioni di interesse pubblico contenuti negli atti delle inchieste giudiziarie.
In un periodo come quello che viviamo, in cui gli atti di corruzione si moltiplicano, la possibilità per i cittadini di conoscere e vigilare sulla gestione della cosa pubblica è un’esigenza democratica da tutelare. Non spetta al governo, di qualunque colore esso sia, stabilire a priori quali siano le notizie rilevanti per i cittadini. Il rischio è infatti quello di affermare per legge la pratica di una censura preventiva che avrebbe lo scopo di impedire ai cittadini di esercitare il controllo sugli atti dei poteri pubblici e privati.
Bisognerebbe invece preoccuparsi di rafforzare gli strumenti di indagine e non ostacolare il lavoro di chi ha il compito di informare con obiettività e trasparenza l’opinione pubblica.
Facciamo nostra quindi la richiesta, contenuta nell’appello, di stralciare la disciplina delle intercettazioni dal Ddl in discussione al Senato, restituendola alla discussione dell’aula e consentendo ai cittadini di vigilare perché l’articolo 21 della nostra Costituzione venga pienamente affermato.
Per ulteriori info: http://www.nobavaglio.org/