Abbiamo appreso con profondo dolore e sgomento della strage commessa in un locale gay di Orlando, in Florida. La più grave, commessa con armi da fuoco, nella storia americana: almeno 50 morti e decine di feriti. Ci stringiamo alla comunità LBGTQI, ai familiari delle vittime, ai feriti cui auguriamo di riprendersi presto.
Mentre si parla di legami dell’assassino con l’Isis, che ha rivendicato l’episodio, quel che è chiaro è che la strage e’ un atto di odio omofobo, terribile nella sua ferocia, spietato verso tutto ciò che è diverso. Un odio che ancora pervade la nostra società e che sistematicamente esplode in tutta la sua violenza. E’ di ieri il fermo di un uomo che si stava dirigendo armato verso il Los Angeles Pride e sempre ieri, molto più vicino a noi, nella centralissima Roma, sono state aggredite due attiviste della comunità LBGTQI, che sedute a un bar vicino a piazza Esedra attendevano la partenza del Roma Pride.
Di omofobia si continua a morire, lo dicevamo poco tempo fa di fronte all’ennesima giovanissima vittima e lo ripetiamo oggi, sconvolti dalla violenza di Orlando.
La diversità, in qualsiasi forma si manifesti, è ancora per troppi, in tutto il mondo, un espressione di libertà da combattere con ogni mezzo. L’odio dilaga sui social e si rispecchia in un dibattito pubblico farcito di offese volgari e denigratorie nei confronti di chi esprime un diverso orientamento sessuale, alimentando un clima diffuso di intolleranza e razzismo, di ostilità e disprezzo, che ha precise responsabilità.
Da parte nostra, continueremo a batterci con ancora più determinazione contro violenze e discriminazioni, perché a tutte e tutti vengano garantiti uguali diritti.
Ed è questo messaggio, Stop Omofobia, che porteremo ai Pride che ancora si terranno, dopo quelli partecipatissimi di Napoli e Roma, in tante città. Cammineremo a fianco del movimento perché i Pride siano il momento simbolico in cui il mondo intero si stinge intorno alla comunità LBGT.
Perché non ci sia un’altra Orlando, perché il diritto a vivere liberamente la propria vita sia finalmente riconosciuto a tutte e a tutti.