«I Paesi europei non sono tutti uguali. Ma certamente li unisce la debolezza, l’incapacità della loro classe dirigente di gestire la straordinarietà del fenomeno migratorio e dei profughi con politiche giuste ed efficaci».
La più grande emergenza profughi del secondo dopoguerra investe l’Europa in modo marginale e quantitativamente limitato: dei 60 milioni di donne e bambini che nel 2015 sono fuggiti da guerre e violenze solo un milione è approdato in Europa. Eppure la vulgata è che siamo di fronte a una invasione insostenibile e l’Unione Europea, per ‘difendere’ se stessa, stipula accordi con la Turchia di Erdogan per delegare la gestione dei profughi, ricacciati ai confini dei Paesi da cui provengono. Eppure, nonostante l’asprezza della situazione, il nodo resta quello dei diritti: i diritti delle persone che, una per una, devono poter avere, ovunque si trovano e tanto più se fuggono da guerre e violenze, una vita dignitosa e libera. Per questo in migliaia lavorano ogni giorno, forse troppo silenziosi. Ma sono loro dalla parte giusta, e c’è da augurarsi che non sia troppo tardi quando chi ci governa se ne renderà conto.
Un libro intervista di Filippo Miraglia, Vice Presidente nazionale dell’Arci con la giornalista Cinzia Gubbini e la prefazione di Alessandro Leongrande e Luigi Manconi
Gruppo Abele Edizioni – Collana Palafitte