Come ogni anno BJCEM (Biennale dei Giovani artisti del Mediterraneo) lancia una tra le più importanti call europee per giovani creativi, artisti visivi, registi, scrittori, attori, musicisti e grafici dai 18 ai 34 anni (nati a partire dal 1 gennaio 1982).
La presentazione delle domande è gratuita e aperta a chiunque, indipendentemente dal sesso, dalla religione, dalla condotta sociale e politica. Gli artisti che hanno partecipato a più di una edizione precedente non possono ricandidarsi; sarà data la priorità agli artisti che non hanno mai preso parte alla Biennale.
Paese ospite sarà l’ALBANIA: gli artisti selezionati saranno ospitati a Tirana e Durazzo dal 4 al 9 maggio 2017.
In quei giorni mostreranno i propri lavori e si esibiranno in appositi spazi all’interno delle due città. Le mostre rimarranno aperte al pubblico fino al 28 maggio 2017.
La scadenza per la presentazione delle domande è il 15 gennaio 2017, entro la mezzanotte (fuso orario italiano). Per la sola Turchia la scadenza è il 30 dicembre 2016.
1. TEMA GENERALE
Storia + Conflitto + Sogno + Fallimento = CASA
Quanto tempo ci vorrebbe per elencare gli elementi che costituiscono ciò che chiamiamo casa. E quanto tempo ci vorrebbe per individuare quelli che possono distruggerla?
La casa della prossima edizione di Mediterranea 18 Young Artists Biennale si baserà su quattro elementi. La storia, un archivio contenente quantità inimmaginabili di storie individuali, di cui rimane memoria o sono dimenticate. Il conflitto, per riflettere sul modo in cui condividiamo le nostre case. Il sogno, inteso come progetto di una casa, come diritto umano fondamentale di essere liberi di scegliere e desiderare la propria casa, reale o immaginaria che sia. Il fallimento, come resistenza interiore ai vari tentativi che mutano lungo il percorso di ricerca della casa dei sogni.
Mediterranea 18 Young Artists Biennale si svolgerà per la prima volta nelle città di Tirana e Durazzo, in Albania. Svolgendosi in un paese caratterizzato da un passato di isolamento e da una transizione estremamente rapida dal comunismo al capitalismo in soli 25 anni, la Biennale avrà ad oggetto un aspetto che oggi più che mai è messo a rischio dalle attuali politiche sociali. In un’ area geopolitica in cui storia, conflitto, sogno e fallimento attraversano le acque torbide della vita quotidiana, la casa diventa un’emergenza che deve essere rivalutata da un punto di vista tecnico e ridefinita a livello collettivo.
Il sentirsi a casa diventa più vago, mentre la velocità della tecnologia e la complessità crescente delle strutture politiche, sociali ed economiche rivelano confini che per un certo periodo di tempo erano divenuti invisibili. Oggi più che mai è necessario ridiscutere questi confini. È probabile che in questa epoca di postumanesimo culturale la sfida posta all’arte sia quella di offrire conforto relativamente a cosa si intenda per casa e dove essa sia, perché e in che modo ne abbiamo bisogno. L’arte può vedere nella casa un processo piuttosto che una singola enunciazione, contenente milioni di elementi in cui l’io non è né perso né trovato, ma in costante trasformazione. La ricerca della sicurezza può comportare dei rischi e aprire un dialogo tra case, siano queste fisiche, virtuali, spirituali o immaginarie.
Mediterranea 18 aspira a presentare un’arte che affronti la nozione passata, presente e futura di casa. Per una volta l’arte non avrà lo scopo di criticare o provocare, ma piuttosto di riciclare (invece di proporre) nuove alternative. In questo modo troverà la propria casa negli errori del processo, nel tempo di attesa di una riparazione, nell’insicurezza del testo.