L’articolo del compagno Giovanni Durante pubblicato su Arcireport 29 –
Quiliano si è concentrato nello sviluppo della Rete tra movimenti, associazioni e comitati, forse quello che sappiamo far meglio… Dopo 40 anni di produzione a carbone della centra- le – prima Enel, adesso Tirreno Power (grup- po Sorgenia, controllata dalla CIR di Carlo De Benedetti) – che ha inquinato un territorio alta- mente antropizzato, trovandosi in un area densamente popolata, i cittadini si aspettava- no una progressiva dismissione dei gruppi a carbone esistenti, eventualmente sostituiti da nuovi gruppi a metano, sicuramente meno inquinanti. Su quest’obiettivo hanno lavorato gli enti locali del territorio, con il sostegno sto- rico delle forze politiche di sinistra, ampia- mente maggioritarie dal dopoguerra nelle nostre zone. Fino a due anni fa, quindi, l’o- biettivo di mantenere la produzione energeti- ca e il livello produttivo e occupazionale era connesso con la progressiva e completa metanizzazione degli impianti. Il presidente della Regione Liguria, che guida una coali- zione di centrosinistra, si era presentato alle ultime elezioni regionali con l’obbiettivo dichiarato di contrastare il progetto di amplia- mento della centrale a carbone, ed era stato rieletto anche con il contributo degli elettori della Provincia di Savona. Ma dopo pochi
mesi il fronte politico-sociale anti carbone si è lacerato profondamente: la rete di movimenti e associazioni si è trovata come imprevisti avversari, favorevoli addirittura a tre gruppi a carbone contro i due preesistenti, la Regione Liguria, il partito democratico, i sindacati con in testa la Cgil che altrove si batte invece con- tro l’inquinamento a carbone. È stato trau- matico, per tutti noi, sia per il repentino cam- bio di campo del Pd e della Regione, sia per la ‘durezza’ delle posizioni a favore della pro- prietà della centrale da parte della Cgil. Si è aperta una frattura dolorosa tra gran parte della cittadinanza, movimenti e associazioni, amministrazioni comunali e una parte ‘pesan- te’ di istituzioni (governo e regione Liguria), ma soprattutto con una larga parte dei movi- menti storici del mondo del lavoro e della sini- stra, come Pd e Cgil. Con l’ampia rete della società civile sono rimaste Rifondazione comunista, Federazione dei Verdi e Movi- mento 5 stelle, oltre a liste e movimenti politi- ci locali. Della rete savonese Fermiamo il car- bone fanno parte anche le Acli, il WWF, Italia Nostra, Legambiente, Greenpeace, la prezio- sissima onlus Uniti per la salute e tante altre organizzazioni locali. Purtroppo abbiamo perso organizzazioni come l’Anpi per le pres- sioni subite… Per dare un’idea sul perché si lotta con impegno quotidiano valgano i 2660 decessi per malattie oncologiche in più rispet-
to alla media in soli 14 anni (dal 1994 al 2010), dati censiti dall’Istituto Tumori della Liguria. A Vado Ligure e Quiliano non c’è famiglia che non sia stata colpita dalla perdi- ta di un familiare per neoplasie, da malattie respiratorie o cardiovascolari. Se queste non possono essere tutte imputate all’inquina- mento della grande centrale, di certo non lo si può escludere, e pensare di produrre energia a carbone per i prossimi 40/50 anni risulta tal- mente insensato e antistorico che lasciano davvero sgomenti le decisioni dei governi centrali e regionali, decisioni che peseranno come macigni sulla vita delle prossime gene- razioni. La domanda sorge spontanea: cosa doveva fare l’Arci? Pensare solo ai circoli e alle storiche società di mutuo soccorso, soda- lizi che ricevono anche contributi dall’azienda proprietaria della Centrale? Credo che quel- la di lavorare a fianco di chi si batte da anni, a volte da decenni, contro un futuro di malat- tie e di depressione socio economica non potesse che essere l’unica scelta coerente con un’idea di Arci libera da condizionamenti, dalla parte dei più deboli, di chi cerca verità e giustizia. Stiamo anche pagando un prezzo caro per questa scelta, ma così è l’Arci che abbiamo costruito in questi anni, libera, coraggiosa tenace, pacificamente rivoluzio- naria.
Info: durante@arci.it