A tutto c’è’ un limite. Questo a nostro avviso il messaggio forte partito dalle decine di migliaia di partecipanti alla manifestazione di sabato 12 ottobre a difesa della Costituzione.
Certo, i sono momenti in cui il tuo ottimismo finisce sotto i piedi, se non sotto terra. E quell’ottimismo si trasforma in rabbia vera. Rabbia che sto provando per quello che è’ nuovamente accaduto e per questa nauseante, ipocrita incredulità del giorno dopo che investe – magicamente -l’opinione pubblica. Oggi sono tutti increduli, dispiaciuti, tristi e indignati per quelle centinaia di vite spezzate davanti all’Isola dei conigli. Anche quella stessa opinione pubblica che in questi anni ha tollerato e condiviso leggi razziste, decreti securitari e quante più nefandezze si possono immaginare in tema di (non)accoglienza.
Far passare l’idea della tragedia serve a spezzar quel filo inequivocabile che lega la legge bossi fini, il decreto sicurezza, l’odio verso i rom, la caccia ai rumeni con quello che continua ad accadere nel nostro mare, sulle nostre coste. Quella stessa opinione pubblica che non lo dice ma pensa che queste donne e questi uomini in fondo non devono avere i nostri stessi privilegi e le nostre sicurezze. Quella opinione pubblica che da la caccia ai “clandestini” per le strade la sera, rei di tuttI i problemi di questo mondo e, al mattino, lascia i propri figli o i propri genitori alle cure di donne e uomini in nero e quindi clandestini. Quell’opinione pubblica che accetta i lager mascherati da Centri di identificazione e si scandalizza quando scoppiano le rivolte.
Spesso trovo da ridire sulla mia Arci perché altrettanto spesso ne riconosco limiti e storture ma, personalmente, sento che oggi la cosa migliore da fare come cittadini dell’Arci e’ continuare a denunciare questa intollerabile ipocrisia italiana. Piuttosto che lacrime di coccodrillo, meglio il silenzio e la vergogna di vivere in questo sottosviluppato paese del G20. Il paese del G20 con il più alto numero di cadaveri sepolti in mare. Un gran bel record.
Quanto è disgustosa questa rincorsa alla migliore frase ad effetto da far pubblicare. E quanto è’ insopportabile questo “dolore” dettato più dal fastidio di vedere quei sacchi da obitorio sul molo che il dolore per la fine tragica di vite, di persone che chiedevano solo di poter godere, un poco, dei nostri privilegi.
In questi anni abbiamo denunciato tutte le porcate dei governi di centro destra come di centro sinistra. Abbiamo provato a fare il nostro dovere di cittadini, spesso incompresi anche dalla nostra stessa gente e dai nostri dirigenti e soci.
Occuparsi di queste sembra essere’, nella migliore delle ipotesi, cosa da buoni samaritani ancora oggi. E’ intollerabile assistere a tutto ciò ed è’ impossibile non provare rabbia. Ma rabbia vera. E anche un po’ di vergogna, perché è’ anche colpa mia, e di tutti noi, se continuano ad accadere queste tragedie.
E’ difficile vincere la sensazione d’impotenza e non pensare che siamo ancora un paese di cialtroni, ipocriti e razzisti che non vogliono neppure ammetterlo. Ma dobbiamo ancora una volta mobilitarci e far sentire la nostra voce, e la manifestazione di sabato 12 ottobre è stataun’ottima occasione per dare contenuti concreti alla campagna in difesa della Costituzione. Questo paese ha bisogno di una politica di accoglienza, concertata anche con gli altri paesi europei, non di lager come i Cie.