E’ stato un Consiglio Regionale importante quello che abbiamo tenuto sabato 17 febbraio scorso. Abbiamo avviato la fase congressuale che ci porterà a giugno al Congresso Nazionale, passando per tutti i comitati territoriali e per quello regionale. Ogni quattro anni, fortunatamente senza pedanti liturgie, una grande parte di soci e dirigenti si ritrova per discutere, analizzare e approvare il piano di lavoro dei prossimi quattro anni. E, laddove si rende necessario, indicare il miglior gruppo dirigente in grado di portare avanti le linee programmatiche scelte. Abbiamo, dunque, fatto bene a “perdere” tutto un sabato a ragionare di noi, delle comunità in cui viviamo, del ruolo che possiamo svolgere nel prossimo futuro. Abbiamo fatto bene a guardarci indietro e verificare ciò che abbiamo fatto e ciò che non siamo riusciti a fare; abbiamo fatto bene a guardare con occhio attento lo stato di salute della nostra associazione nazionale; abbiamo fatto bene ad avviare una delicata ma imprescindibile fase congressuale regionale adesso, a poche settimane dal voto che, necessariamente dovrà prevedere un nuovo gruppo dirigente capace di proseguire il buon lavoro sin qui svolto. Arci Liguria è una associazione in salute sotto molti punti di vista, ce lo siamo detti. Certamente sul versante economico/patrimoniale – dato per niente scontato nel panorama generale della nostra associazione – ma non solo. Sul piano più strategico abbiamo individuato alcuni asset su cui vorremmo concentrarci già in questa fase pre congressuale: sicuramente vi è un tema giovanile da affrontare. Siamo complessivamente – come sistema associativo – per lo più distanti dalla fascia 14/25 anni. Dobbiamo provare a diventare utili per quella generazione. Intanto provando a comprenderne bisogni e aspettative. Per questo avvieremo nelle prossime settimane una ricerca regionale che ci porterà ad intervistare oltre 500 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 25 anni che presenteremo al congresso regionale e che ci darà idee e contenuti per una progettualità dedicata. Vi è poi un secondo tema, assolutamente centrale per il nostro futuro. La formazione dei nostri quadri dirigenti territoriali. Lanceremo per settembre 2018 un piano regionale di formazione associativa dedicata alle presidenti e ai presidenti di circolo. Un formazione non tecnica (quella già esiste ed è organizzata perfettamente dai comitati territoriali) ma una vera e propria formazione politica sull’Arci, sulla sua mission e sulla sua organizzazione. Vogliamo rendere più palpabile e concreta l’appartenenza al nostro mondo. E poi altre due questioni abbiamo messo al centro più orientate verso il sistema di welfare: una sempre più connessa e sinergica rete dell’accoglienza ligure dedicata ai progetti per richiedenti asilo e rifugiati e un rilancio della nostra rete circolistica diffusa quale presidio sociale del territorio che si struttura per servizi da dedicare ai nostri soci. Questo è il momento dove intendiamo mettere a disposizione dell’Associazione nazionale la nostra dire a di Arci per i prossimi anni sapendo che su questo terreno esistono le vere differenze. E noi non intendiamo rinunciare a mettere in campo la nostra visione pur nella consapevolezza che un punto di vista nazionale è utile e necessario. Sabato abbiamo avviato questo importante percorso. Grazie a tutte le compagne e tutti i compagni che hanno contribuito a questo primo lavoro. Grazie a coloro che inizieranno a farlo dai prossimi giorni nei comitati territoriali. E grazie in particolare a Luca Borzani che ci ha aiutato nell’analisi generale del contesto in cui viviamo e che ci servirà per costruire e avviare il nostro progetto associativo 2018/2022. Ora mettiamoci al lavoro. Il tempo delle idee e della visione dell’Associazione e’ ora.
E’ necessaria una nuova fase per l’Arci. Sul piano nazionale come nei territori. La Liguria farà la sua parte.
Feb 23, 2018 | Editoriali