Le immagini degli scontri in alcune città non possono in alcun modo oscurare il valore della mobilitazione di oggi. Ma non possono essere certo ignorate.
Mettono tutti di fronte ai rischi che la frustrazione sociale, sempre più diffusa, potrebbe portare con sé. Ci dicono quanto sia stolta la scelta di alzare il livello dello scontro nelle grandi mobilitazioni, con l’unico risultato di intimorire la partecipazione popolare e di offrire una ghiotta occasione alla repressione.
Le violenze contro le cose e le persone non si giustificano, sia che vengano da parte di piccole minoranze in alcuni cortei che da parte delle forze dell’ordine che, in particolare a Roma, si sono scagliati con brutalità inaccettabile contro il corteo degli studenti. Non può essere questa la risposta alla legittima ribellione dei popoli europei contro lo strapotere della tecnocrazia e della finanza.
Ma niente può sminuire il forte segnale di speranza che arriva dallo sciopero e dalle manifestazioni di oggi. Non era mai successo dal dopoguerra che nello stesso giorno in otto paesi venisse proclamato lo sciopero generale, e che in altri quindici paesi si realizzassero iniziative di mobilitazione.
E’ la prima volta che la reazione sociale allo smantellamento dei diritti riesce a porsi all’altezza della sfida e a realizzarsi a livello europeo, là dove si coordinano e si producono le strategie politiche che utilizzano la crisi per distruggere lo stato sociale e le conquiste democratiche, costate lotte e impegno a generazioni di europei.
Le tantissime manifestazioni in Italia e in Europa hanno visto una grande partecipazione di studenti, di giovani, di cittadini e cittadini e anche di nostri comitati e circoli. Per la prima volta, sono scesi in piazza in contemporanea e sulla stessa piattaforma i lavoratori greci e tedeschi, spagnoli e polacchi, italiani e portoghesi, e tanti altri.
Inizia a diventare realtà la riconnessione degli attori sociali europei e la costruzione di un ampio campo di forze capace di resistere e affermare le alternative possibili, a cui abbiamo cercato di dare un contributo nei giorni scorsi a Firenze 10+10.
Ringraziamo la Confederazione Europea dei Sindacati, la Cgil e i Cobas che in Italia hanno promosso lo sciopero, le organizzazioni studentesche: la giornata di oggi aiuta a combattere la rassegnazione e dimostra che è possibile resistere alle politiche di austerità e cambiare rotta, nel nostro paese e in tutta Europa.
La giornata di oggi è anche un argine contro l’enorme pericolo che ci sta di fronte: la risposta neoliberista alla crisi conta sulla divisione dei popoli europei, sull’isolamento e la disperazione dei più deboli. E getta ombre pericolose sul futuro, dando spazio alla logica del nemico, alla destra estrema, ai nuovi nazionalismi reazionari, e alla violenza.
Un’altra uscita dalla crisi è possibile, ma può realizzarsi solo se fondata su una rinnovata e più profonda solidarietà fra tutti i popoli europei, perchè nessuno si salva da solo. Il sindacato e gli studenti oggi hanno dato a questa prospettiva gambe per camminare, aiutando non solo i lavoratori ma tutti coloro che hanno bisogno di un altro progetto europeo per poter vivere in dignità.
Sta ora a tutti e a tutte, anche a noi, andare avanti su questa strada, sapendo che è un cammino impervio: l’assenza di Cisl e Uil, la distrazione delle forze politiche nel nostro paese, l’asprezza di alcune manifestazioni lo dimostra. Ma è un impegno necessario. La nostra associazione, come sempre, saprà fare la sua parte. Insieme possiamo uscirne, con un’altra Europa: l’Europa della democrazia, del lavoro, della sicurezza sociale, dei diritti per tutti e per tutte.