Martedì 14 marzo, ore 20:30, Arcigay Genova presenterà il documentario Il Diritto di Provocare, realizzato da Mátyás Kálmán e Róbert Bordás e prodotto da TASZ/HCLU (Unione Ungherese per le Libertà Civili), che racconta la storia di Andrea Giuliano, attivista LGBT perseguitato dall’estrema destra ungherese.
Con il protagonista Andrea Giuliano dialogherà Walter Massa, presidente ARCI Liguria e Coordinatore nazionale ARCI immigrazione e asilo.
L’evento è stato inserito nel programma degli eventi della settimana contro il Razzismo 2017 (20-26 marzo).
Andrea, nato a La Spezia all’inizio degli anni ’80, è un attivista, artista e fotoreporter che ha vissuto in Ungheria dieci anni. Il 5 luglio 2014, durante il Gay Pride di Budapest, mette in scena una parodia indirizzata a gruppi di estrema destra ed ultracattolici ungheresi.
Da quel momento i suoi dati personali vengono pubblicati in rete e comincia una vera e propria caccia all’uomo: riceve centinaia di minacce, gli viene messa una taglia sulla testa ed è più volte costretto a nascondersi e scappare da tentati attacchi.
Le autorità ungheresi rifiutano di intervenire, ignorando le sue richieste di aiuto e respingendo le sue ripetute denunce.
Nel 2015, quando la sua storia comincia a ricevere attenzione internazionale, Andrea perde il lavoro e viene processato per vilipendio, accusato dalla stessa persona che ha messo la taglia sulla sua testa.
Il Diritto di Provocare segue gli eventi che hanno portato alla decisione di Andrea Giuliano di lasciare l’Ungheria dopo che le autorità competenti hanno irreversibilmente respinto tutte le sue richieste di giustizia. Spetta ora alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo accettare il suo caso e avviare un processo.
Questo documentario racconta in superficie la sua storia, ma rivela implicazioni molto più profonde: fa infatti luce sulla situazione di un paese europeo, l’Ungheria, in cui lo stato di diritto viene continuamente messo in discussione e in cui le posizioni estreme del suo governo ostacolano le libertà civili e rendono la vita molto difficile a tutte le minoranze.