“Il Reato di tortura nel nostro paese è una questione di scelta culturale fondamentale. L’Introduzione nel nostro ordinamento è una urgenza che un paese che si definisce democratico non può più rinviare.
Purtroppo ci avviciniamo al 26 giugno, a 30 anni dalla Convenzione delle Nazioni Unite, senza che l’Italia abbia ancora compiuto definitivamente questa scelta.
Avevamo salutato con soddisfazione l’approvazione del ddl al Senato nel marzo scorso, pur esprimendo le nostre critiche per la mancata previsione della fattispecie di reato proprio. Ci auguriamo che il testo arrivi al più presto senza indugi alla Camera.
Crediamo che a chiederlo siano la civiltà giuridica, le esigenze processuali, le numerose famiglie che in questi anni hanno visto figli e parenti perdere la vita nel corso di operazioni di polizia: Cucchi, Uva, Aldrovandi, Ferrulli, e da ultimo Magherini.
Senza dimenticare quanto i fatti e le violenze dei giorni di Genova 2001 siano ancora una ferita aperta per la nostra democrazia e per le vittime di quelle violenze.
L’Arci, che ha sottoscritto la lettera-appello inviata, su iniziativa di Amnesty Internazional, Antigone e Cittadinanzattiva, ai presidenti della Commissione Giustizia di Camera e Senato perché venga accelerato l’iter del provvedimento, parteciperà al dibattito ‘Tortura: punto e a capo’ che si terrà il 26 giugno a Roma, alla Fondazione Basso, dalle 16 alle 18.30 e al sit-in in solidarietà con le vittime di tortura che inizierà alle 19 in piazza del Pantheon”.