E’ una questione di civiltà.
Il 24 febbraio riprenderà la discussione al Senato sul Ddl Cirinnà. Ci auguriamo che le senatrici e i senatori votino il provvedimento nella sua interezza, senza stralci e senza accordi al ribasso.
La proposta di legge in discussione è già frutto di molti compromessi, una risposta parziale alle istanze di milioni di persone, coppie gay e coppie eterosessuali conviventi, con o senza figli, che da anni aspettano il riconoscimento dei loro diritti.
In particolare rifiutiamo che possa essere oggetto di scambio, per ottenere un voto positivo del centrodestra al governo, l’eliminazione della stepchild adoption, una misura tesa a tutelare in primo luogo i bambini e le bambine che già ci sono, garantendo loro, in ogni caso, il diritto alla cura e al mantenimento, oltre a quello all’unità familiare. D’atra parte, non solo la Corte costituzionale e la Corte europea dei diritti umani hanno con chiarezza indicato quanto l’Italia, sul tema dell’uguaglianza dei diritti, sia in grave ritardo, ma sono le stesse sentenze della magistratura ordinaria a confermare qual è la strada che il Parlamento deve imboccare.
Chiediamo quindi la rapida approvazione della legge Cirinnà nella sua completezza, allineando l’Italia alla stragrande maggioranza dei paesi europei nel riconoscimento di uguali diritti a tutti i suoi cittadini e cittadine.
Parteciperemo alla mobilitazione promossa dal movimento LGBTI il 5 marzo, insieme a tutte le forze sociali che si battono per l’uguaglianza dei diritti, consapevoli che solo un Paese che non discrimina in base all’orientamento sessuale dei suoi cittadini può dirsi realmente civile e democratico.