Il comunicato stampa di Arci Liguria dopo l’ennesima tragedia alla frontiera di Ventimiglia.
L’ennesima tragedia, l’ennesima morte “da frontiera”, a Ventimiglia non può passare inosservata – dichiara Walter Massa, presidente di Arci Liguria.
Troppi sono e continuano ad essere i cadaveri che definiscono i nostri confini in quello che molti hanno descritto come “il più grande cimitero a cielo aperto del mondo”.
Si muore in mare, sulle autostrade, nei canali della splendida Venezia, sui binari delle nostre città. Porre fine a tutto ciò non solo e’ possibile ma sarebbe persino facile se esistesse la volontà politica.
E invece e’ tutta e sempre propaganda sul tema che in questi anni non solo ha costruito maggioranze e minoranze ma ha fatto fare fortuna a bulletti padani e nostalgici nazi-fascisti.
Da una parte infatti il silenzio per queste morti e dall’altra il credito dato a teorici dell’odio e della purezza della razza del nuovo millennio. Noi non ci facciamo abbindolare dalla scusa della crisi; non abbiamo intenzione di utilizzare il “capro espiatorio perfetto” per giustificare i mali del nostro Paese che, peraltro, risalgono a ben prima delle immigrazioni del 2010. Non abbiamo alcuna intenzione di tacere ma, anzi, vogliamo ribadire la nostra posizione in un Paese che da una parte permette di morire alle frontiere come se fossimo rinchiusi in un qualsiasi campo di concentramento e dall’altra tollera (quando non promuove) che i fascisti, quasi contemporaneamente, organizzino manifestazioni e presentazioni di libri in giro per la Liguria teorizzando “un’Europa che sta naufragando sotto la pressione di una immigrazione selvaggia e che sta perdendo definitivamente la sua coscienza di culla della civiltà umana”.
Il danno e la beffa con il beneplacito di istituzioni conniventi e l’ennesimo sfregio alla nostra Carta Costituzionale. Una vergogna che non intendiamo far passare sotto silenzio in questa Italia ipocrita ed egoista. L’Europa si doti di una legge sul diritto d’asilo, apra dei canali umanitari per evitare nuove e tragiche morti e definisca in modo serio una vera politica estera in materia di immigrazione che non preveda, come soluzione, la costruzione di nuovi muri e frontiere.
Genova, 5 febbraio 2017