Rete Savonese fermiamo il carbone risponde al Presidente di Tirreno Power.
Ci pare gravissima l’affermazione del Presidente Gosio sulle polveri ultrafini: “non essendo misurabili non sappiamo quanto possono essere….”
Gli amministratori dell’azienda quindi confessano pubblicamente alla città che non sanno quale reale danno stanno creando alla popolazione, dato che non sono a conoscenza dell’effetto delle nanopolveri PM 1 e PM 0,1, quelle che secondo la medicina internazionale penetrano facilmente e senza resistenza nell’apparato respiratorio delle persone, nel flusso sanguigno e direttamente nel cervello. All’azienda importa soltanto rispettare le prescrizioni sulle ben meno pericolose macropolveri.
Gosio cita la competenza dell’ IST “c’è qualcuno più competente?”: ebbene gli ricordiamo che in un documento relativo al progetto di potenziamento, l’IST Istituto Tumori di Genova scrive “Nella relazione presentata da Tirreno Power vi sono gravi lacune metodologiche che mettono in discussione le tranquillizzanti conclusioni del documento. In sintesi: errori ed omissioni nelle stime delle emissioni di polveri fini primarie e secondarie; sottostima delle emissioni di gas serra; sottovalutazione dei dati derivanti da studi su bioindicatori; errori metodologici sull’impatto sanitario...”
E ancora “Un vasto repertorio scientifico ha da tempo evidenziato i rischi sanitari connessi con l’esposizione a polveri fini e ultrafini…” Con queste dichiarazioni come posso essere tranquilli i cittadini?
A proposito dell’applicazione delle migliori tecnologie, Tirreno Power ammette che di fatto le migliori tecnologie non risultano applicate. Questa è un’altra grave affermazione: le norme prescrivono che le migliori tecnologie debbono essere applicate da subito senza se e senza ma: in realtà per i gruppi vecchi i limiti di ossidi di zolfo e monossido di carbonio vengono superati (e anche per i gruppi nuovi i limiti di monossido di carbonio vengono superati) .
I cittadini della provincia di Savona devono sapere questi valori di emissioni senza giri di parole. Qui si parla di una situazione concreta e gravissima, che va a gravare su un intero territorio con vecchi gruppi a carbone destinati a funzionare ancora per molti anni, con gravi ripercussioni in termini di mortalità della popolazione.
In merito al biomonitoraggio lichenico, il Presidente afferma “I valori del monitoraggio non presentano alcun eccesso…” Ebbene, riportiamo ancora dal documento IST (istituto molto considerato da Gosio) “tutti i tre studi individuano zone di grave sofferenza nelle popolazioni di licheni che vivono nella zona di Vado e nell’entroterra savonese… ..questi risultati confermati dalla prima campagna effettuata nel 2006 dalla T.P…. Un forte bioaccumulo di metalli pesanti e una bassa densità lichenica viene ritrovata in un’area di vaste dimensioni… Stupisce che l’estensore del documento non abbia notato che i modelli diffusionali prevedono che proprio queste zone siano quelle di maggior impatto delle emissioni della centrale di Vado…”
In merito alle presunte e sbandierate percentuali di riduzione delle emissioni, chiediamo nuovamente e pubblicamente di consegnarle e mostrarle finalmente ai media, alle associazioni e ai comitati di cittadini: quali e quanti inquinanti, quali sono le documentazioni tecniche inoppugnabili, tuttora non a disposizione della cittadinanza. Ci chiediamo: perché vengono continuamente dichiarate presunte riduzioni, senza mai mostrare pubblicamente i relativi documenti? Da non dimenticare che le emissioni sono monitorate dalla stessa azienda e non ci risulta verifica di ente pubblico.
Le parole di Gosio ci appaiono quelle di un dipendente dell’azienda che dichiara apertamente di voler rifiutare il confronto con comitati e cittadinanza.
Ci pare doveroso evidenziare che le nostre affermazioni e posizioni sono sempre sostenute da documentazione ufficiali e inconfutabili. E’ forse per questo che l’azienda teme il confronto?
Ora basta, i cittadini devono sapere.